Montalcino e la Val D’Orcia: sintesi armonica tra Uomo e Natura
Pietra imponente e rigogliosi faggeti, agili viuzze che salgono fin nel cuore del medioevo toscano e panorami che s’aprono a perdita d’occhio sul Monte Amiata di origine vulcanica e sulle generose piantagioni di vite che lo circondano.
A quindici minuti di automobile o di motocicletta dall’Hotel More di Cuna si presenta in tutta la sua istrionica, variegata magnificenza Montalcino, vero e proprio gioiello della Val d’Orcia. Al suo interno, di pari passo alle stradelle che corrono a reticolo lungo il pendio sui cui è costruito l’abitato, si incrociano scorci di un passato potente ed evocativo e prospettive di una curata eleganza contemporanea.
Tutt’intorno, la natura nella sua forma più benevola: dolci colline, prati verdeggianti, boschi fiabeschi e, soprattutto, ricchi vigneti, risorsa secolare per gli abitanti della regione e magnanima fonte di un vino noto e apprezzato in tutto il mondo come eccellenza enogastronomica, il celebre Brunello, a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).
Un prezioso mosaico di tesori artistici, storici, culturali e ambientali che ha portato l’UNESCO, nel 2003, a dichiarare la cittadina e l’intera valle Patrimonio dell’Umanità, secondo diversi, precisi criteri, tra i quali spiccano, per chiarezza ed efficacia, il quarto e il sesto:
IV. “La Val d’Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente gradevole”
VI. “Il paesaggio della Val d’Orcia è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese, fiorita durante il Rinascimento. Le immagini della Val d’Orcia ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri”
Monteriggioni Medievale
LUGLIO – IL BANCHETTO AL CASTELLO
La festa medievale
La Festa Medievale di Monteriggioni è un appuntamento imperdibile dell’estate toscana. Nel magnifico scenario della cinta muraria di Monteriggioni per due fine settimana si ricrea l’atmosfera e l’ambientazione di un villaggio medievale con le sue guarnigioni militari, gli artigiani, i nobili e i popolani.
Situato all’estremità settentrionale del proprio territorio comunale, Monteriggioni occupa la sommità di una dolce collina dalle pendici coltivate a vigne e olivi.
Il castello venne fondato nel secondo decennio del Duecento dalla Repubblica di Siena, con il principale scopo di creare un avamposto difensivo contro la rivale Firenze. Per secoli l’insediamento svolse in pieno la funzione per cui era stato creato, respingendo di volta in volta una miriade di assedi e attacchi.
La Festa Medievale torna a illuminare il centro storico di Monteriggioni, splendido borgo a nord della città di Siena, attraversato dalla Via Francigena e famoso al mondo per la citazione dantesca che ne esalta la tonda cerchia muraria e la preziosa corona di torri.
Acrobati, maghi, cantastorie, buon cibo per trasformare una serata d’estate in un vortice di emozioni.
Il Pavimento del Duomo di Siena
“il più bello…, grande e magnifico… che mai fosse stato fatto”. Così Giorgio Vasari definì il pavimento della Cattedrale di Siena, frutto di un programma che si è realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento.
La cattedrale di Siena conserva numerosi capolavori di ogni epoca. L’opera, per più versi eccezionale, è il pavimento, il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto, secondo la definizione di Giorgio Vasari, frutto di un programma che si è realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento. I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono forniti da importanti artisti, tutti senesi͟, tranne il pittore umbro Bernardino di Betto detto il Pinturicchio, autore, nel 1505, della tarsia con il Monte della Sapienza.
La tecnica utilizzata per trasferire l’idea dei vari artisti sul pavimento è quella del commesso marmoreo e del graffito. Si iniziò in modo semplice, per poi raggiungere gradatamente una perfezione sorprendente: le prime tarsie furono tratteggiate sopra lastre di marmo bianco con solchi eseguiti con lo scalpello e il trapano, riempiti di stucco nero. Questa tecnica è chiamata graffito. Poi si aggiunsero marmi colorati accostati assieme come in una tarsia lignea: questa tecnica è chiamata commesso marmoreo.
Due ruote all’avventura: tra strade storiche, arte e natura
Nel cuore vivo della Toscana, in cui tradizione e attualità si fondono in un unico, magico paesaggio, vi è una modalità di spostarsi particolarmente efficace per assaporare fino in fondo l’incanto di quei luoghi. Disegnati a pennello sui moderni “cavalli d’acciaio”, i moto tour che si snodano lungo le colline senesi consentono di praticare un turismo itinerante che aggiunge alla scoperta del territorio la brezza rinfrescante dell’avventura.
Seguendo il percorso delle “Strade bianche dell’Eroica” – la leggendaria manifestazione cicloturistica nata per recuperare l’autenticità del ciclismo di un tempo – si ha l’occasione di guidare su fondi stradali diversi, dall’asfalto allo sterrato di ghiaia bianca, in una continua alternanza tra opera dell’uomo e genuinità della natura che si ritrova, altrettanto vivida, nel paesaggio circostante: dal verde intenso attorno a Montalcino agli scorci medievali di borghi come Torrenieri, Bellaria, Castelmuzio, Montisi e Buonconvento, dai vigneti a perdita d’occhio della fascia del Chianti alle fenomenali vette estetiche di una città d’arte come Siena.
Per chi poi volesse percorrere in moto la magnifica Via Francigena, che unisce Canterbury a Roma e che già nell’alto medioevo risultava una delle principali direttive del pellegrinaggio cristiano, l’Hotel More di Cuna costituisce un punto d’appoggio ideale, in quanto collocato in posizione centrale rispetto ai 450 km del cosiddetto “tratto toscano”. Con tre siti nominati Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO (Siena, San Gimignano e Montalcino), un centro cittadino inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia (Buonconvento) e tre paesi Bandiere arancioni del Touring Club Italiano (Certaldo, Monteriggioni e Radicofani), l’esito non potrà che essere uno solo: lo straordinario connubio tra un tracciato vivace e sinuoso e uno spettacolo storico – architettonico mozzafiato.
Altro percorso che dà il meglio di sé quando viene affrontato in moto, all’interno di questo angolo di Toscana mai stanco di incantare i propri visitatori, è senza dubbio quello che si riallaccia alla Via Cassia, una delle linee di comunicazione più importanti del nucleo peninsulare dell’Impero romano. A cantare la bellezza di questa terra una sinfonia di ulivi e vitigni che corrono lungo dolci declivi contornati di castelli, come quello di Bibbione affacciato sulla Val di Pesa, quello di Tignano con le sue alte mura cotte dal sole, o quello di Staggia, in cui la solidità dei bastioni e l’eleganza della torre merlata sono unite in danza da quasi dieci secoli. Guidando verso sud, la collana di piccole, grandi gemme architettoniche, storiche e naturalistiche continua a sfilare sontuosa, fino al degno coronamento di questo moto tuor: la lussureggiante cipressaia di San Quirico d’Orcia, la poesia delicata delle colline della Val d’Orcia e il massiccio di oltre 1700 metri di altezza del Monte Amiata che accoglie nel suo poderoso abbraccio una vera costellazione di borghi medievali e cittadine fortificate.